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Serve una rivoluzione culturale, sociale, economica e politica. Un cambio di paradigma. Dobbiamo smettere di pensare solo a noi stessi e ai nostri bisogni immediati. Dobbiamo pensare che tutto ciò che facciamo ha un impatto, e agire secondo ciò che è bene anche per gli altri e per questo mondo. Dobbiamo pretendere che chi ci governa agisca per il bene comune e che le imprese, come ad esempio quelle legate ai combustibili fossili, smettano di danneggiare il pianeta. Sono decenni che gli scienziati sanno cosa comporta emettere gas serra nell’atmosfera, ma fino ad ora non sono stati ascoltati abbastanza.È tempo di cambiare rotta e agire. E anche in fretta.
Cosa vogliamo ottenere?Attraverso le iniziative di Fridays For Future, noi studenti e cittadini chiediamo un forte rilancio delle energie rinnovabili, per elettricità, trasporti e termiche, sostanziosi interventi per il risparmio e l’efficienza energetica, per i consumi civili e industriali, un rafforzamento della gestione sostenibile delle foreste, misure di contrasto al consumo di suolo, il taglio dei 16 miliardi di incentivi ai combustibili fossili (dati 2017 del Ministero dell’Ambiente), nonché un taglio ai sussidi agli allevamenti e altre attività agricole non sostenibili economicamente e ambientalmente.Riteniamo che il riuso, il ripristino e la messa in sicurezza delle infrastrutture e dei territori sia un passaggio fondamentale per un cambio di paradigma nella maniera in cui ci relazioniamo con quelli che sono i beni naturali comuni.E’ infatti necessario tutelare quelle risorse che sono organiche e fondamentali per la riproduzione della vita sul nostro Pianeta.E’ altresì necessario un ambizioso processo di rigenerazione energetica del patrimonio edilizio; nei trasporti è necessario puntare a una rilevante riduzione dei consumi di benzina e gasolio, offrendo alternative efficienti a milioni di pendolari; investire nelle città e nel trasporto pubblico, ripensare la fiscalità per ridurre e spostare la mobilità verso l’elettrico puro e a zero emissioni.Al Governo italiano chiediamo di attuare oggi stesso la transizione dal modello delle fonti fossili a quello delle energie pulite e rinnovabili, per evitare al Paese gli effetti degli sconvolgimenti climatici, il declino economico, industriale e sociale. Il settore è tecnologicamente maturo per una sostanziale transizione e raggiungere l'obiettivo Zero emissioni al 2050.
Cosa dice la SCIENZA Raccomandazioni che i decisori politici dovrebbero recepire per limitare l’innalzamento delle temperature sotto la soglia di 1,5°CL’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima, che fa parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), certifica che nel 2018 il clima italiano si è surriscaldato come mai prima da 218 anni, superando il precedente record del 2015 e che siamo in presenza di cambiamenti climatici importanti per il nostro Paese, considerando il fatto che, tra i 30 anni più caldi dal 1800 a oggi, 25 siano successivi al 1990.L’Istituto nazionale per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), all’interno del suo ultimo rapporto: "Gli indicatori del clima in Italia", segnala che l’anomalia della temperatura media nel 2017 era stata di +1,30°C nel nostro Paese e di +1,20°C a livello globale, rispetto al valore di riferimento 1961-1990.Lo “Special Report on 1.5 degrees Celsius”, presentato in Corea lo scorso mese di ottobre dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change - IPCC), suggerisce le raccomandazioni che i decisori politici dovrebbero recepire per limitare l’innalzamento delle temperature sotto la soglia di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.Secondo la NASA, dopo il 2016, 2017 e il 2015, il 2018 è stato l’anno più caldo dal 1880, gli ultimi cinque anni sono stati, collettivamente, gli anni più caldi in assoluto.Per contrastare questi fenomeni, l’Unione Europea ha formulato il Pacchetto Energia pulita, con obiettivi di riduzione di gas serra al 2030, chiedendo a tutti gli Stati membri di presentare un Piano nazionale su clima ed energia che preveda una serie di azioni per concorrere al raggiungimento di tali obiettivi, che secondo la stessa Commissione Europea saranno in grado di ridurre le emissioni solo dell’80% entro il 2050. Il rapporto IPCC emesso ad ottobre 2018, invece, evidenzia che èindispensabile raggiungere il 100% di riduzione, quindi Zero emissioni nette entro il 2050 a livello globale.
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